Quando un bambino è molto dotato in specifiche materie è definito gifted o studente con alto potenziale cognitivo.

Un tempo si parlava di “enfant prodige“, ma nell’attuale panorama educativo si utilizza il termine “bambini con alto potenziale cognitivo” o “gifted“. Questo cambio di terminologia è diventato rilevante anche nei dibattiti politici degli ultimi anni, nei quali si sono affrontate questioni come l’integrazione scolastica dei disabili e il riconoscimento degli studenti dotati. Se per i primi esiste una legislazione inclusiva, per i secondi mancano ancora politiche concrete di identificazione e valorizzazione.

Chi sono i bambini gifted

Anche se si può pensare il contrario, i bambini “gifted” non sono necessariamente dei geni. Sono bambini e adolescenti che mostrano, fin dalla tenera età, capacità di apprendimento eccezionali, curiosità intensa, vari interessi ed una memoria superiore alla media.

Bambino bravo a dipingere
Bambino bravo a dipingere

Secondo l’Aistap, membro della rete European Talent Support Network, questi giovani, oltre a eccellere in determinate aree, possono mostrare difficoltà sociali, aspetto che lo Stato non può ignorare data la loro numerosità.

In Italia, i gifted sono circa 430.000, rappresentando il 5% degli studenti. Un documento del Senato del 2022, ora proposta di legge (ddl s 180), sottolinea l’importanza di riconoscerli e di sviluppare piani inclusivi per la loro valorizzazione.

La mancata identificazione può portare a diagnosi errate, rischi di esclusione sociale e problemi psicologici seri.

Iniziative esistenti e confronto internazionale

Nonostante l’assenza di una procedura standardizzata, molte iniziative dipendono dall’impegno individuale di genitori, educatori e istituzioni.

L’Italia ha iniziato ad includere questi casi nei Bisogni Educativi Speciali (BES) dal 2019. A livello europeo, la raccomandazione 1248 del 1994 esorta i Paesi a riconoscere e a supportare gli alunni dotati per evitare lo spreco di potenziale umano.

Paesi come la Spagna hanno integrato la plusdotazione nei BES dal 2003, mentre la Svezia ha scelto un approccio differente, evitando distinzioni in un sistema già inclusivo.

Oggi l’Italia dispone di più risorse: il personale scolastico è più preparato, esistono sportelli con specialisti ed un maggior supporto alle famiglie, oltre alle varie associazioni attive nel settore.

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ultimo aggiornamento: 30-08-2024


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